lunedì 23 settembre 2013

biografia minima 3° parte

La scoperta della poesia espressa

Un corpo imprigionato nella sua malattia, qual altra via, poteva esprimere artisticamente. Mi venne in mente che nel 1998, al festival degli artisti di strada del Comune di Certaldo avevo visto un artista che esprimeva il suo estro attraverso scritti, di haiku che consegnava direttamente alla gente che casualmente passava di lì fermando quell'attimo di vita in poche parole scritte su un foglio. Rimasi ammirabilmente sorpreso, di come una forma d'arte, come la poesia, relegata nell'intimo dell'ispirazione che sorge, in particolari momenti di vita, potesse essere donata e creata in un istante momento. Tornato a Roma volli provare anch'io a sperimentare questa dimensione, ampliando quel concetto semplice di haiku. E grazie all'aiuto di una mia cara amica costruimmo insieme la performance. Lei sapientemente imbrigliava alla gente in un canovaccio teatrale, dove la persona diventava personaggio di un suo racconto surreale, mentre ignara camminava per via della pace, ed io immobile col viso estatico e sognante, di un poeta medievale, aspettavo che mi liberassero dall'incantesimo suggerendomi una parola che sarebbe diventato il titolo di una creazione poetica. A quel tempo la poetica per era ricerca di musicalità, per cui i versi erano solo strofe rimate, senza nessuna aderenza alla persona. Quando in seguito la sofferenza, mi costrinse ad essere più seduto, la mia poetica divenne vitale rivelatrice in più di un caso, della natura intrinseca psicologica del cliente che era lì dinanzi a me. Un giorno in una delle tante manifestazioni, un signore si fermò al mio tavolo. Era un uomo di circa settant'anni, calvo il viso tondeggiante, il corpo robusto. Stanco mi chiese se potesse sedersi sulla sedia posta al di dinanzi al tavolo, la sedia del cliente. Io quel punto risposi che quello era l'angolo della poesia espressa, e lui "che fa? Declama il Carducci?
"No guardi io scrivo poesie, lei mi suggerisce una parola, ed io compongo i versi" le signore incuriosito si prestò al gioco. Ecco la parola "intellettuale". Dovete sapere, che tendo a non attaccarmi a quegli scritti che compongono, ritenendoli un'offerta poetica che faccio alla persona, quindi non conservo mai copia di nessuna di quelle poesie, eccome se paradossalmente sentissi che quelle poesie non mi appartengono, perché nascono dall'intimità comunicatami dall'altra persona, e non dalla mia interiorità. Per questo motivo vi dovrete accontentare di un mio sunto, poiché non potrò scrivervi quello che composi all'epoca. Lo descrissi come un uomo che aveva fatto una ricerca nei saperi archeologici, e altresì che si dedicava a scoperte per la pace del mondo, ma che per la sua troppo umiltà non aveva saputo imporsi nel mondo, ed è per questo che il quadro del tempo si era fermato. Lui mi guarda con occhi increduli, e di stucco mi risponde "ma questo sono io" e continuando mi dice "vede io ho studiato egittologia, e sono anche uno scienziato, che ha lavorato sulla creazione di robot per la pace nel mondo, ma purtroppo per la mia troppo umiltà non ho saputo impormi, ed è per questo che nella vita poi ho fatto altro" e su queste parole mi ringrazia vivamente, riconoscendo in me quel valore artistico, che inizialmente un po' sarcasticamente aveva declassato e va via. Ormai sono anni che in accordo con il mio corpo e quando lui mi dal permesso, vado in strada ad offrire la mia poesia. Oggi vorrei offrirla anche qui adesso . Sfruttando i nuovi  di comunicazione, del mondo moderno, mezzi che nella loro istantaneità, contattativa restituiscono un'immagine dell'umano bidimensionale. Mi piacerebbe poter restituire la tridimensionalità dell'essere, cosa che solo l'incanto della poesia può permettersi di realizzare.
(Continua il mio iBook "Le meccaniche dell'armonia" e la poesia espressa on-line)

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